sabato 3 settembre 2011

Diplopia

Non so se io ero pronto, per la mia visualizzazione. Vedere il mondo completamente rinnovato, una sorta di mondo 2.0. Adesso, con il senno di poi, posso capire quante cose mi stavo perdendo. E quante cose mi sono perso, nella mia infanzia e nel periodo dell'adolescenza. Penso a tutti i miei antenati, che non hanno mai saputo cosa sia vivere in un mondo pieno di dati. Dati che integrano ogni cosa che fai: chi ama la matematica sarà felice per quello che questo concetto può significare, i letterati un po' meno. Comunque sul mio vecchio modello di cellulare arrivò una chiamata, e passai con un mano e con l'aiuto dei dispositivi whitetooth (nome in omaggio al vecchio antenato bluetooth) la chiamata sul televisore di casa, che aveva all'interno dello schermo a pixel liquidi anche una webcam di seconda generazione.
Era la mia ex, quella che aveva sempre paura di tutta questa tecnologia che ci circonda. E, a giudicare dalla mia esperienza con lei...aveva una paura fottuta della visualizzazione completa di Geremiah.
-ehi, thomas- mi disse lei, con una voce sottile e un viso inespressivo.
-ciao, Elisa. Lo so, non devi avere paura.- gli dissi io, andando subito al punto.
Non ho paura più di tanto, Tommy. E' solo che...non mi sembra giusto. Dove è finita la libera scelta? Tutti i nostri antenati, dagli americani agli arabi con la loro Primavera Araba, hanno cercato di regalarci un pezzo di democrazia. E questa, lo sai meglio di me...non è democrazia-
La ascoltavo, pensieroso. E non capivo perchè avesse chiamato proprio me, visto che avevamo deciso di non parlarci più. Lunga storia. -Tommy, tu sai come fare a sfuggire alla visualizzazione?-
-A quanto ne so io, non c'è modo. Forse con un vecchio rifugio antiatomico, potresti sfuggire alla radiazione imminente- anche se non ne ero convinto più di tanto. -Va bene, forse allora so dove andare. Mio nonno ne aveva uno, nel casolare in campagna. E' un po' nascosto, ma forse posso riuscire a sistemarmi un po' lì – poi mi regalò un gran silenzio imbarazzante, non certo aiutata da me che stavo totalmente in silenzio-
-e tu?- mi chiese poi – non hai paura di quello che sta per succedere al mondo?-
-si, in effetti ho un po' di paura. Ma la mia è una paura scientifica: ho una “visione doppia”-
lei mi guardò con aria interrogativa, e io le spiegai meglio – la mia visione doppia è un disturbo chiamato “diplopia”, e riguarda solo il mio occhio destro. Le immagini che si formano sulla retina non sono tutti uguali, e dal momento che le immagini vengono percepiti dai due occhi leggermente diversi, se la loro differenza è minima allora il mio cervello automatica “ricostruisce e fonde” tutte le varie incongruenze, rendendo l'immagine perfettamente nitida- -ti ha mai dato fastidio, questo tipo di disturbo?-
-all'inizio era un casino, ma poi ci sono abituato-
-e da cosa ha avuto origine questo disturbo? È ereditario?-
Rimasi a fissarla, prima di risponderle – no, non è ereditario. Riguarda una faccenda di cui non ti ho mai parlato. Comunque ti consiglio di prepararti: la “visualizzazione” incomincia alle 16-
lei guardò qualcosa al di fuori dello schermo, e poi mi salutò dolcemente. Chissà se può rinascere qualcosa, con lei. Lei era stata una delle poche persone speciali, nella mia vita. Ma mai così speciale a tal punto di dirgli dell'incidente che mi cambiò la vita per sempre.
Che mi portò al coma cerebrale.

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