sabato 22 dicembre 2012

claustro

- guardati, Dave- disse la mia olocoscienza meccanica - non ti si riconosce più-
io stavo fermo, guardando dalla finestra il panorama che circondava il mio cubicolo, la mia abitazione.
- non ce la faccio, questi attacchi di claustrofobia sono sempre più frequenti- risposi secco, ad un' impostazione neuronale.
La guardai, aveva il volto di una persona che non conoscevo, una ragazza. Lei sembrò accorgersene, ma non disse nulla al riguardo.
Accesi uno degli schermi, il modello portatile che rileva la tua presenza in base al microchip installato dietro la nuca e che ti segue dovunque tu vada. Come fosse un cagnolino, di nome Scrubby.

- ultime notizie, Scrubby, circuito ufficiale-
lui si sintonizzò sul canale ufficiale delle notizie di stato, dove la notizia veniva filtrata dagli organi istituzionali e da vari "mercenari della carta stampata", al soldo del politico istituzionale di turno.
"la nube tossica che proviene dal circuito asiatico sembra non arrestarsi, dopotutto le spese sostenute dal partito per la prevenzione sono serviti a qualcosa, dobbiamo ringraziare per questo l'on. Patghium"

- davvero ti sei messo a guardare le notizie ufficiali, come gli anziani della Vecchia Cristianità?- domandò divertita lei, l'olocoscienza meccanica.
- senti, rompiscatole - tagliai corto la conversazione - se almeno ti degnassi di dirmi perchè hai assunto queste sembianze te ne sarei grato- mi girai improvvisamente verso di lei, mentre Scrubby sentiva le mie onde wi-fi negative e si allontanava di conseguenza (seguendo le impostazioni personalizzate che gli avevo lasciato).
- devo sospettare di un bug? come oloCoscienza tu sei il frutto del mio algoritmo che ho lanciato nelle mie svariate reti sociali, sia reali che virtuali: questa tipa- indicai il suo aspetto in modo molto grossolano - non mi sembra di averla mai conosciuta. Allora, chi cazzo rappresenti?-

- fai spaventare Scrubby, ma non me. Non sono infetta da un bug, e avendo descritto in maniera generale cosa io rappresento dovresti saperlo che le reti sociali, soprattutto quelle virtuali, tendono ad essere molto dispersive. Questa ragazza, questa rappresentazione, l'hai conosciuta soltanto in virtuale. Hai chiaccherato solo una volta con lei, e il tuo microchip mi ha lanciato l'impulso di cambiare "grafica", per farti vedere che c'è ancora qualcosa di nuovo lì fuori-
- come si chiama?-
- utilizza solo un nick-

il mio microchip, che gestiva e organizzava i miei impulsi sia nel mondo virtuale che in quello reale, mi stava comunicando qualcosa. In maniera indiretta, qualcosa di indefinito. I miei attacchi di claustrofobia erano iniziati da poco più di due mesi, ma già mi avevano cambiato dentro. E una parte dentro di me non voleva assolutamente accettarla.
- possibile che tu, frutto di passaggi matematici sui miei amici, hai scelto proprio una persona che non conosco?-
lei non rispose, e Scrubby continuava a sbirciare da dietro il muro controllando se mantenevo abbastanza autocontrollo per potermi portare le ultime notizie sull'on. Patghium".

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