domenica 23 dicembre 2012

vettori di entrata

"tutti noi possediamo un microchip" leggeva Hackyko su un vecchio libro, stampato ancora su carta di vecchia qualità "ed è grazie a questo che riusciamo a distinguere bene il reale dal virtuale. Certo, esistono altri supporti tecnologici che consentono di soddisfare questa funzione, ma quella del microchip AS-X risulta essere il primo innesto meccanico innestato nel corpo dell'essere umano già due giorni dopo la nascita, collocato poco sotto la settima vertebra cervicale".

Hackyko si alzò dalla sedia che odorava di legno stantio, e andò lentamente davanti allo specchio, cercando un suo pallido riflesso dentro il vuoto di uno specchio al plasma. Hackyko, giapponese di adozione dal circuito orientale, non riusciva a vedere i vettori di entrata "web", i tipici vettori che annunciavano l'entrata principale del mondo virtuale.
Quello che un passato remoto era solo un mondo di supporto, ma che adesso rappresentava una sorta di Terra virtuale, forse organizzata come un tappeto che nasconde molta polvere sotto di esso, o addirittura al suo interno.
Sotto la sua settima vertebra cervicale, un dolore che cresceva.
"cosa succede se il microchio AS-X si dovesse rompere?" una voce buia, all'interno dell'altra stanza, sembrava richiamarlo sull'argomento lasciato in sospeso.
"uno scrittore può svolgere il suo lavoro con tranquillità, davanti allo schermo? Tu che ne pensi, vecchio Hack?"

- sta cominciando, non è vero?- domandò a voce alta, con un filo di paura nella sua voce - sta cominciando a vacillare, la mia sanità mentale?-
"no, il tuo chip si sta soltanto rompendo e questo è solo l'inizio".
ad un tratto, alcuni vettori si animarono attorno alla lampada accanto il lavandino in pseudo-ceramica. Vettori sinuosi, tenere curve che cercavano di penetrare all'interno delle mura di acciaio e magma pietrificato (combinazione micidiale per chi non si poteva permettere altro).
- perchè non riesco a chiamare il medico? la comunicazione non riesce ad avviarsi, eppure il mondo virtuale sta prendendo il sopravvento. Libro? perchè non parli?-
la voce del giapponese era interrotta, e nella sua stessa percezione sembrava anche un pò metallica.

il libro, la voce rauca che usciva da quelle pagine, non c'era più. Quelle erano pagine di carta, dopotutto, quindi era altamente improbabile che fossero dotate di un supporto psichico o di wi-fi semantici autonomi, quelli che comunicano con te.
Si girò verso lo specchio, accorgendosi solo troppo tardi che i vettori di entrata nel mondo virtuale avevano occupato ormai tutto lo stanzino del bagno.
Quella voce, la voce del libro, poteva essere dopotutto solo un sintomo di semplice pazzia. Accade, quando il tuo microchip AS-X va in corto da due settimane e non lo ripari.

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