sabato 2 marzo 2013

echi dal passato

- vedi il sole? - disse la mia OloCoscienza. Il suo software aveva scelto la voce di Delays, una delle mie vecchie frequentazioni, sparita in un vicolo non illuminato durante il black-out del quarto livello. Non mi piaceva la scelta del software, poichè esso veniva alimentato dai continui aggiornamenti di stato che continuavano a comparire nel profilo sociale generale di Delays, magari finito in mano a qualche cracker - a me non piace tanto, la luce del sole. Tanto non è quella vera- continuò a parlarmi, mentre io facevo finta di niente e continuavo a rammendarmi il vestito, con le sue nanofibre completamente andate.

- perchè non parli più con me? non mi hai più attivato da...oddio, non mi ricordo più da quanto...-
- OloCoscienza - dissi interrompendola, senza fermarmi - sai bene che non voglio più avere a che fare con i tuoi aggeggi informatici. Ho già chiamato vari tizi, all'assistenza, volevo disabilitarti completamente-. Ed era tutto vero. Non ne potevo più di vedermi quell'affare gironzolare per casa, ricordandomi tutte le mie vecchie amicizie scomparse o allontanate da me in qualche modo. Come Derk, uno dei miei migliori amici prima di intraprendere la sua carriera di "tossicomane di Stato" e provare tutta la brodaglia con cui uno dei Governi Locali doveva tenere a bada tutta quella fetta di popolazione talmente stupida da non potersi autogestire.A Derk non piaceva la luce del sole: diceva sempre che non era quella che si vedeva negli Documentari 3D, quelli che gli comprava il padre. Noi, poveri reietti del futuro, non avevamo avuto il privilegio di avere anche la comoda luce del sole che riempiva le nostre giornate. I nostri antenati dicevano e scrivevano che era proprio grazie alla luce del sole che, a volte, anche l'animo più triste trovava un barlume di allegria. E senza luce del sole naturale, la gente triste a volte impazzisce.

Proprio per questo vennero inventate vari aggeggi meccanici che ci consentivano di sopravvivere anche alla nostra paura più ancestrale. Gli innesti, inizialmente, non servivano a niente: quella che serviva era semplice interazione umana. Ma, anche in questo caso, di umano è rimasto solo una manciata di carne tenuta in piedi da un pò di bio-elettricità e globuli rossi, e devi ritenerti fortunato che siano proprio i tuoi originali e non globuli "made in Rangoon".
No, l'unica interazione seria che potevi avere quando dovevi affrontare le tue paure era avere una moltitudine di amici al tuo fianco, bastavano anche quelli che avevi conosciuto per caso durante una scopata gratuita in qualche locale per androidi del terzo livello (quelli vietati dalle polizie locali). Nel mio caso, con il lavoro di guardiano notturno al settore Est non ero più riuscito a mantenermi molte amicizie. E la mia OloCoscienza Meccanica, quell'algoritmo lanciato nelle tue reti sociali private e non, ogni volta con la sua presenza mi ricordava le amicizie che avevo perso. O che sono semplicemente scomparse.
Come Delays. La mia OloCoscienza aveva scelto il suo sguardo, oltre la sua voce.

Il centro assistenza della corporazione che gestisce le OloCoscienze, affiliata con annessa poltrona nei vertici dei Governi Centrali, mi aveva messo definitiavamente una pietra sopra. "Lei non può sbarazzarsi in maniera ufficiale della propria OloCoscienza" mi dissero quasi fosse una cosa normale "sa bene che i rischi a cui va incontro se non ha la sua minima dose di interazione sociale quotidiana: quindi è contro la legge, se vuole può settarla a ricerca minima, così non andrà a pescare completamente nelle sue amicizie ma solo in quelle che desidera".
Va bene, risposi agganciando il telefono.

La mia OloCoscienza continuava a fissarmi, e in fin dei conti non potevo prendermela con lei. Lei era solo il risultato di echi persi nel passato. Guardai la finestra. La luce artificiale del Sole poteva bastarmi, almeno per quella giornata.

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