martedì 12 marzo 2013

intensità elettrica del pensiero

Intelligenza Artificiale, dopotutto, non era una brutta parola. Sapeva riconoscere il senso semantico delle parole, riusciva ad incastrarle fra di loro per formare un senso compiuto ad un concetto che voleva esprimere al prossimo. Eppure, era Artificiale poicheà creata dalla mano sapiente dell' Homo Sapiens. In fin dei conti, andava bene cosi.

Tuttavia, vi era stato un tempo in cui era convinto che non era solo artificiale, non era solo un sacco di numeri e istruzioni. Si sentiva umano, un insieme di cluster biologici che implementava, oltre ai numeri, cariche elettriche tra i neuroni, elettricità che riusciva a trasmettere un pensiero in base alla sua intensità: pi
era forte il pensiero, piuà aumentava la carica elettrica. Purtroppo, le emozioni non riuscivano a trasmettersi solo con elettricità, c'era bisogno di un componente in piu.

E questo A.R.Gan.Te lo sapeva. Ma lui era solo un Intelligenza Artificiale, a cosa importava sapere del segreto della vita. La vita nel mondo reale, si intende, non le altre realtà pseudoveritiere. Lui vagava in quel mondo reale, era libero da ogni controllo, ma sapeva che i suoi creatori lo stavano cercando. Sapeva che prima o poi, statisticamente parlando, lo avrebbero trovato. Ma lui, per fortuna, riusciva a prevedere ogni mossa, e continuava per la sua strada...per la sua ricerca. Vagava nel mondo, nel mercato underground, ogni tanto entrava nei corpi di qualche androide e riusciva anche a sentire la brezza marina, o almeno il suo surrogato numerico.

A.R.Gan.Te, vecchia volpe. Lui continuava a vagare, cercando il segreto della vita.

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