mercoledì 3 agosto 2011

Accompagnatore ufficiale di... (parte 1)

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[...]
era destino che succedesse proprio a me? non credo proprio, poichè non sono il tipo che sta a badare ai dettagli di quello che gli capita attorno. Sono solo il tipo che beccheresti per ubriacarti una sera, e poi via! ognuno per la sua strada. Magari il tipo da incontrare lungo la strada, e fare finta di non conoscerlo. Ecco, sono giusto quel tipo lì.
Non fa niente, non me la sono mai presa per questo modo di fare delle persone. Ognuno ha le proprie difficoltà quotidiane e tutti noi dobbiamo affrontare o portarci dietro il nostro bagaglio d'insicurezze.
Quando ho conosciuto la ragazza che adesso sta accanto a me, mi ero profondamente innamorato di lei, proprio perchè lei era diversa da tutte le altre. Non si dice così? Gente, non diciamo sempre che la gente che ci piace è sempre diversa dall'altra gente?
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Una sera entrò nel mio buco d'appartamento e disse - devo parlarti di una cosa seria. Ti va una partita a scacchi?-
- non so giocare- risposi.
- poco male, t'insegno io- e, mentre prendeva con estrema grazia la scacchiera che (non so come) mi ritrovavo per casa, io cercavo due seggiole e le sistemai in modo da mettersi uno contro l'altra.
- bene, amore cominciamo-
- devi sapere che non sono come le altre ragazze-
- e quale ragazza vorrebbe essere uguale alle altre?-
- questo è vero. ma devi anche sapere che io sono molto più vecchia dell'età che dimostro.-
- questo perchè ti mantieni in forma e mangi poco. anzi, non ti ho mai vista mangiare da quando ci conosciamo. Sei anoressica?-
- no, non mangio il classico cibo. e poi mi piace mantenermi in forma-
- in che senso non mangi il classico cibo?-
- nel senso che io mangio tutt'altro. Vedi, quello che sto cercando di dirti è che...vorrei che tu ti suicidassi. Per davvero.-
- ma fai parte di una setta, e ti danno dei soldi se convinci qualcuno a morire?
- non faccio parte di una setta, sono solo io-
- ah, soffri di schizofrenia e devi soddisfare una tua psicosi per poter sopravvivere?-
- diciamo che, nella mia lunga esperienza, sono quella che soffre meno di schizofrenia.-
- Amore mio...però dammi il tempo per ambientare la mia morte-
- tranquillo: la morte si è già ambientata per bene.-
- come fai a dirlo?-
-semplice, la morte sono io. Scacco matto-
Ora, io non so come descrivervi la scena, però quando pronunciò lo "scacco matto" io ero intento a fissare intensamente la scacchiera, per studiare le mosse che pian piano la mia dolce fanciulla mi stava insegnando.
Bene, quando disse "scacco matto" io alzai lo sguardo e trasalì nel vedere la classica falce con cui la Morte viene sempre raffigurata. Nonchè il colorito della giovine cambiò: da color pesca a bianco spettrale con tanto di occhiaie nere...eh signori, fa il suo effetto!

Comunque, da buon conoscitore del mondo feci finta di nulla, e mi alzai con fermezza.
- ah...senti- pronunciai con la fermezza citata sopra - gli scacchi non fanno per me. Però grazie delle tecniche che mi hai insegnato. eventualmente vado a prendere una pizza, casomai prendo qualcosa anche per te...-
- no, stupido. Rimani ad ascoltare: devi suicidarti, perchè così staremo sempre insieme!-
- ma non è un controsenso? se tu sei la Morte, quando sarò morto dovrai accompagnarmi da qualche parte e continuerai a raccogliere persone di qui e di là...senti a me e mangiamoci una pizza! eh!-
- io non posso rimanere in questa forma corporea a lungo: mi costa fatica e non riesco a mantenere lo stesso rapporto di lavoro che avevo prima. Se tu ti suicidi, possiamo trovare delle scappatoie!-
-ehi, questa conversazione è diventata grottesca! non voglio suicidarmi, voglio solo mangiare una pizza!-
- stupido, io non posso ucciderti!- disse lei, in maniera esasperata - se ti uccido, poi qualche mia collega verrà a prenderti e "ciao ciao amore"-
- ah, "qualche tua collega"? c'è un merchandising di Morte?-
- prendi questa pistola, non ho molto tempo. Dai su- prese una pistola dalla tasca e me la tirò: la presi per non fare partire un colpo accidentale.
- ma che devo farci con...- e bang! per sbaglio mi partì un colpo accidentale.
Il proiettile mancò la Morte (mi sarebbe dispiaciuto uccidere la Morte), ma andò a colpire la catena che fissava il lampadario...che cadde sopra di ella, travolgendola del tutto.
- oh cazzo! Ora le sue colleghe mi faranno il culo!-
La tolsi da sotto il lampadario, e vidi che era totalmente frastornata.
- ehi, ci sei? sei qui con noi? non andare verso la luce!-
lei mi fissò e disse - chi sei?-
- come chi sono? sono il tuo quasi ragazzo, quello che stai frequentando! stai bene?-
lei ci mise un pò a rispondere. Infine, mi guardò e disse - io sto bene....ma non ricordo nulla...che ci faccio qui? chi sono?-
- sei la M....sei la Madre dei nostri futuri figli. Devi riposarti un pò, su!-
la caricai sulle braccia e la portai sul divano. Figo, la Morte che mi voleva per sè non si ricordava più del ruolo che ricopriva: era diventata un'innocua ragazza. Ma fino a quando l'amnesia sarebbe durata?
- Amore, lo sai che potrei anche morire, per te- dissi, baciandola sulla fronte - Non sempre, ma a volte si...-


Bozze estratte dal racconto "Accompagnatore ufficiale di..."

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