venerdì 26 agosto 2011

L'incontro al supermercato

24/08/2011
L'incontro al supermercato
allora, dovresti toccarmi e poi muoio?-
Io, Max e Gualtiero eravamo seduti intorno al tavolo. Io sorseggiavo una beck's, in maniera distratta, poiché ero assorto nella visione della mia ragazza che sonnecchiava nel letto.
Max e Gualtiero stavano rigirando in maniera ossessiva le carte che la Morte stessa aveva affidato a loro.
in teoria, dice che funziona così. Che faccio, ti tocco?-
Max era titubante, poi rispose – si-
fermi tutti- esordì io – ragazzi, ma non ci domandiamo nulla? Cioè, Gualtiero, tu accetti così il tuo destino? E Max, tu accetteresti totalmente l'idea di vagare su questo mondo?-
entrambi fissarono me, poi il tavolo, poi le carte, poi la mia ragazza. Insomma, non eravamo in vena di lunghi discorsi.
la colpa è tua, imbecille- disse, infine, Gualtiero.
Come, prego?-
si, la colpa è tutta tua. Come cazzo ci si fidanza con un angelo della morte?-
Io rimasi intontito per quell'accusa così diretta, ma in fondo aveva ragione. La colpa era tutta mia.
Il mio cervello si disconnesse un attimo, e continuando a sorseggiare birra ritornai al giorno in cui conobbi lei. Ovviamente il lettore, arrivato a questo punto si sarà fortemente incazzato poiché non ho ancora pronunciato il nome della mia amata. Lo ammetto, è scritto di proposito: infatti tra un po' capirete il motivo del mio imbarazzo. Insomma, ero al supermercato a fare la mia solita spesa settimanale - un pacco di cracker, delle sottilette, dello yogurt, pacchi di patatine e un po' di mele -
quando all'improvviso notai qualcosa di strano al reparto frutta: paradossalmente era rimasta solo una succulenta mela rossa. Mi precipitai con la borsa della spesa saltando con un balzo una tenera vecchina con un enorme carrello della spesa (rompendogli anche qualcosa) e mi precipitai per prenderla. Indovinate un po' chi stava gareggiando per quella mela? Una ragazza dai capelli lunghi, lisci neri e corvini. Con due enormi diamanti azzurri incastonati nel suo sguardo.
Uno sguardo che faceva raggelare il sangue, ma capirete che non riconducevo questa caratteristica al lavoro della suddetta ragazza.
uao- gli dissi io con un filo di voce – e adesso come la mettiamo?-
semplice, tu sei un galantuomo e mi darai la mela.-
come fai a sapere che sono un galantuomo?-
lei mi sorrise – certo, si vede subito-
e se l'apparenza inganna?-
nel tuo caso? Credo proprio di no!- e prese di scatto la mela, per poi allontanarsi in fretta
aspetta un momento!- gli gridai cercando di rincorrerla, ma la vecchina di prima mi sbarrò la strada, cercando di dirmi qualcosa di incomprensibile, ma lento.
Con una scusa cercai di liberarmene, ma lei sparì.
Pagai alla casa la mia spesa e poi scappai dalla vecchina che mi rincorse con il suo carrello nel parcheggio. Tornai a casa, accesi la televisione e mi sedetti a gustare uno yogurt. Ripensai a quel magico incontro pomeridiano, a quella magia quotidiana: la mela, lo sguardo della ragazza, il suo sorriso, la vecchina sdentata che mi giurò eterna vendetta. Poi, all'improvviso, il destino mi fece visita: pareva infatti che ci fosse una manifestazione per i diritti degli animali dall'altra parte della città; una manifestazione a cui partecipavano più di 3.000 persone. E chi intervistava il giornalista proprio in quel momento? Una ragazza dai capelli lunghi, lisci neri e corvini. Con due enormi diamanti azzurri incastonati nel suo sguardo. Il cui nome era Angelica.

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